Estate 2023, la più calda mai osservata
L’estete boreale(giugno, luglio, agosto) 2023 è stata la più calda mai osservata a scala globale. La temperature media è stata di 16.77°C, con +1.52°C di anomalia rispetto al periodo pre-industriale 1850-1900.
Temperature medie globali dell’aria superficiale per le 30 estati boreali più calde, classificate dalla temperatura più bassa a quella più alta – Dati: ERA5. Crediti: C3S/ECMWF.
Le aree più calde le troviamo nell’Artico dove continuiamo ad osservare i valori più bassi di estensione dei ghiacciai. Anche l’Antartico molto male con la minor estensione della banchisa dal 1976. E’ stato molto caldo in Giappone e Corea, ma anche Messico e la nostra area europea. Gli oceani e mari non se la sono passata bene complice El Nino con valori termici mai osservati prima anche nel nostro Nord atlantico. Attorno il 3-4 Luglio si è inoltre registrata per la Terra la giornata più calda di sempre.
Se diamo uno sguardo all’europa questa stagione estiva si piazza al 5° posto (19,63°C, con 0,83°C sopra la media). Tra ondate di caldo record ed alluvioni le due facce che ormai abbiamo imparato a conoscere dei cambiamenti climatici.
Le anomalie termiche positive non hanno mai risparmiato nessuna zona del nostro continente. Tutto il calore accumulato in questo periodo è stato determinante per lo sviluppo anche di eventi pluviometrici (alluvione in Slovenia, Grecia e Libia) o di grandine estrema ( a luglio al Nord Italia è caduta una grandine di quasi 20cm di diametro).
Com’è andata l’estate 2023 in Italia?
In Italia l’estate 2023 è stata l’8° più calda di sempre, con +1.04°C rispetto al 1991-2020. Al nord l’anomalia è di +1.09°C (6°), al centro di +1.11°C (8°) e al Sud +0.98°C (7°).
Anomalie termiche dell’estate 2023 in Italia fonte CNR-ISAC
Per quanto riguarda le piogge non siamo più davanti alla siccità dello scorso anno in quanto delle precipitazioni anche consistenti ci sono state specie al Nord. Tuttavia nel lungo periodo(ultimi 24 mesi) il settentrione mostra ancora dei deficit idrici e questo indica ancora una fragilità del territorio che non può permettersi fasi siccitose nelle prossime stagioni.
Il Po e i grandi laghi rimangono attorno ai livelli tipici del periodo. SEGUICI ANCHE SU GOOGLE NEWS, INSTAGRAM, TELEGRAM E YOUTUBE
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