Come riconoscere i temporali al radar
Uno strumento che ci permette di capire che struttura ha un temporale anche senza vederlo è il radar meteorologico.
Le precipitazioni del temporale infatti riflettono le onde del radar in modo tanto maggiore quanto più sono intense. In questo modo una scansione radar ci restituirà una sorta di mappa topografica del temporale, in cui possiamo vedere la disposizione e l’intensità dei rovesci mediante l’utilizzo di diversi colori.
La scala di intensità delle precipitazioni, nella maggior parte dei radar, va dal blu o azzurro, associato a pioviggine o pioggia debole, fino al rosso e al viola, che indicano pioggia molto intensa o grandine. I colori intermedi, verde, giallo e arancio, sono associati a pioggia di moderata intensità.
Il movimento del temporale si può osservare dalla diversa posizione dei nuclei precipitativi sulla mappa in più scatti successivi. Più velocemente si sposta il temporale, maggiore è lo spostamento dell’eco radar tra due scatti.
I diversi tipi di temporali assumono forme caratteristiche al radar.
Cluster multicellulari
I cluster multicellulari appaiono come un insieme di più nuclei intensi di colore rosso o viola, immersi generalmente in precipitazioni meno intense, di colore giallo o verde. Spesso sono semistazionari, e più che muoversi si espandono. La formazione di nuove celle avviene su un lato del sistema, che è quello in cui l’inflow è predominante.
Temporali lineari
I temporali lineari invece appaiono al radar come una striscia di precipitazioni perpendicolare al loro spostamento. Ad esempio, se la linea temporalesca si muove da Ovest verso Est, l’eco radar sarà disposto con asse Nord-Sud. Le precipitazioni più intense si trovano nella parte avanzante, mentre nella parte posteriore ci può essere una zona anche piuttosto ampia di precipitazioni moderate o deboli.
A volte le squall line assumono una forma spiccatamente arcuata, dovuta all’ingresso di una potente corrente di inflow dalla parte posteriore detta rear inflow jet, che spinge in avanti la parte centrale della linea. In questi casi il temporale assume il nome di bow echo, o eco ad arco. I temporali di questo tipo spesso generano venti di outflow molto forti.
Sistemi convettivi a mesoscala
I sistemi convettivi a mesoscala al radar sono simili ai cluster di multicelle, con diversi nuclei più intensi circondati da precipitazioni di intensità moderata, ma sono ben più estesi nello spazio, arrivando a coprire anche un’intera regione.
Supercelle
L’immagine radar delle supercelle presenta delle caratteristiche specifiche, anche se non tutte si riescono sempre ad apprezzare, soprattutto se il radar ha una definizione piuttosto bassa. Le supercelle possono essere isolate da altri temporali, e quindi presentarsi come un unico nucleo molto intenso, oppure trovarsi all’estremità meridionale di una linea.
Una prima caratteristica tipica delle supercelle è il fatto che il nucleo a fondoscala non risulta uniformemente circondato da precipitazioni più deboli, ma queste risultano stirate nella direzione in cui soffiano i forti venti in quota, che spesso è Est o Nord-Est. In particolare, la zona Sud-Orientale del nucleo, quella vicina al mesociclone e in cui quindi arriva il vento di inflow, presenta un forte gradiente di riflettività in poco spazio, passando a volte direttamente da fondoscala ad assenza di precipitazioni. Questo particolare eco radar è definito inflow notch.
Un altro eco caratteristico delle supercelle è il v-notch. La zona di precipitazioni più intense infatti assume una forma a V perché il downdraft, impattando con le imponenti correnti ascensionali del mesociclone mentre viene stirato in avanti dai venti, viene diviso in due rami.
La caratteristica principale delle scansioni radar delle supercelle però è l’eco a uncino, che si può vedere solo se la risoluzione del radar è molto buona. Questo eco rappresenta l’RFD della supercella, che parte dal nucleo principale delle precipitazioni e si avvolge in senso antiorario attorno al mesociclone. Proprio la coda di questo uncino è la zona in cui potrà formarsi un tornado.
Spostamento della supercella
A causa della loro rotazione, le supercelle in genere non seguono la direzione dei venti alle medie quota, ma deviano a destra di circa 30 gradi. Quindi, se i venti soffiano verso Nord-Est, stirando in quella direzione le precipitazioni, è possibile che la supercella si sposti invece verso Est.
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