Ciclone Boris allaga l’Europa centro-orientale

Da diversi giorni il Ciclone Boris interessa e allaga l’Europa centro-orientale. Lungo è stato il suo percorso per arrivare fino a questo. Infatti una perturbazione carica di aria fredda polare riesce a scendere nel corso della scorsa settimana fino al cuore del Mediterraneo portando la prima neve sulle Alpi e anche qualche pioggia sul nostro paese senza molti disagi.

Tuttavia nel moto poi verso est sui Balcani tale depressione viene isolata dal flusso atlantico accerchiata dall’anticiclone che non ne permette il suo allontanamento dalla zona.

Solo grazie ad un ulteriore spinta dell’alta pressione sul Nord Europa in risposta riuscirà a muoversi verso l’Italia e poi l’Oceano Atlantico tra il 17-22 settembre.

Le nazioni che stanno subendo i danni maggiori sono la Polonia, l’Austria, la Repubblica, Slovacchia, Ungheria e Germania sud-orientale. Qui sono numerosi i fiumi che stanno esondando raggiungendo livelli record, alcune dighe hanno ceduto alla tanta acqua distruggendo diverse abitazioni e vie di comunicazione. In una situazione che vedrà molto tempo prima di risolversi. C’è molta apprensione anche per le piene fluviali a Vienna e Budapest.

Nel bilancio parziale le vittime vanno verso il superamento delle 20 unità con migliaia di persone evacuate. Un evento di distruzione davvero esteso e drammatico.

Satellite dalla Nasa del 15 settembre

Come mai è accaduto questo?

Boris col suo minimo di azione attorno l’Ungheria, ha portato importanti quantità di aria umida dal Mar Nero alla maggiore, ma anche in parte dal Mediterraneo orientale entrambi con una temperatura marina più elevata rispetto alle medie del periodo a causa del riscaldamento globale.

Gli accumuli pluviometrici hanno superato anche i 400mm in 3 giorni ad esempio dalla Repubblica Ceca. Si tratta di una quantità d’acqua che dovrebbe cadere in metà anno ed invece è scesa in poche ore. Una depressione ferma li per giorni a scaricare piogge davvero assurde per queste zone.

La conformazione del territorio inoltre non aiuta con eventi di piogga così estremi, essendo delle pianure alluvionali circondate dalle montagne.

Però per dire di chi è stata la colpa di ciò, ci voranno doverosi studi a riguardo. Certo è che dinanzi tali eventi con tempi di ritorno centenari o più sarà sempre più difficile per le società sapersi attrezzare.

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La furia dell’acqua ha distrutto diversi ponti a Głuchołazy in Polonia – fonte Bożena Ewa Frankiewicz

Federico Baggiani

Mi occupo di divulgazione scientifica nel campo della meteorologia, con attenzione particolare per temporali e fenomeni estremi. Gestisco i canali social di Tornado in Italia, Meteo in Italia e Meteopisano.

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